anziano 7 81731Un fenomeno che spinge ad escludere a priori i pazienti troppo anziani dai trattamenti disponibili e, a volte, anche dagli approfondimenti diagnostici.Questo fenomeno, talmente sconosciuto che non esiste nemmeno un termine italiano per definirlo – si usa solo l’inglesismo ‘ageism’- rappresenta però un paradosso di fronte all’invecchiamento della popolazione mondiale previsto nei prossimi decenni: entro il 2030 un terzo delle persone avrà infatti più di 65 anni. Uno dei reparti dove l’ageism trova terreno più fertile è l’oncologia, con terapie che a volte, e spesso erroneamente, sono ritenute non tollerabili dai più anziani. Un altro paradosso: il 60% di tutte le forme tumorali si presenta proprio nella terza età.
Un esempio sono le sindromi mielodisplastiche ,che si manifestano prevalentemente dopo i 70 anni, con un’incidenza in questa fascia di età di 12 volte superiore rispetto alla popolazione più giovane.
L’iniziativa Life Beyond Limits, nata dalla collaborazione tra associazioni per la tutela dei diritti dei pazienti onco-ematologici e supportata da Celgene Corporation, vuole sensibilizzare i medici e l’opinione pubblica sulle conseguenze dell’ageism. Vuole identificare e rispondere alle ragioni per le quali i pazienti anziani anziani affetti da SMD vengono trattati in modo meno aggressivo rispetto ai pazienti più giovani, educare e motivare i pazienti a lottare ma anche mobilitare la comunità delle SMD per migliorare i trattamenti per i pazienti più anziani affetti da tumore. Le mielodisplasie in Europa riguardano prevalentemente pazienti con età media di 70 anni, ma pochissimi sono inclusi negli studi clinici per comprendere l’efficacia delle terapie.

 

Fonte: Pharmastar