Le novità introdotte con la c.d. Legge Balduzzi n. 189 del 2012 nella Sanità sono al vaglio per l'applicazione con molti problemi di effettiva realizzazione.
L’innovazione più importante riguarda il medico di famiglia, col nuovo sistema non esisterà infatti un singolo medico di famiglia ma è prevista un’aggregazione in strutture funzionali territoriali o in unità complesse di cure primarie a cui dovranno aderire i medici. È inoltre previsto l’obbligo di adesione dei medici all’assetto regionale e l’istituzione del ruolo unico; infine si beneficerà dell’assistenza primaria e della guardia medica solo dopo che si è stati inseriti in una graduatoria unica, stilata dalle Regioni. I dubbi sul nuovo sistema sono leciti, data l'incapacità della struttura amministrativa di rendere tutto veloce nonostante nella sanità a livello amministrativo il personale non sembra mancare. L’idea non è male e gli obiettivi della misura sono finalizzati a realizzare una copertura sanitaria 24 ore su 24 a disposizione dei pazienti, per le cure primarie. Comunque sia, i medici sostengono, dando a riguardo precise opinioni a Cittadinanza attiva, che con uno stipendio più alto, per poter sostenere spese di segreteria e delegare compiti di semplice attività di prescrizione medica ordinaria, e, con un minor numero di pazienti anche il medico di famiglia potrebbe fare una visita più precisa.
Ovviamente per poter fare ciò necessitano di aggiornamenti per essere più informati sulle novità di un settore in continua evoluzione. Ciò nonostante, rimane pur sempre una difficoltà intrinseca di sfiducia su una diagnosi fatta da un semplice medico condotto, anche se bravissimo, e, poi il primo soccorso potrebbe essere risolto dal medico generico non avendo tra l'altro gli strumenti per arrivare a conclusioni e cure idonee. Lo scopo di snellire quanto meno le file interminabili che a volte portano a risvolti tragici in corsia, nei pronto soccorsi, potrà risolversi così?
Fonte: The Blasting News